martedì 2 ottobre 2007

G8 GENOVA

ADERITE ALLA PETIZIONE ONLINE PER RICHIEDERE L'APERTURA DI UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA SUI FATTI DI GENOVA: http://www.petitiononline.com/ca83100/petition.html

DIFFONDETE!

LE PAROLE CHE CHIARA SCRIVE PER CARLO www.myspace.com/carlovive

CARLO

Carlo è morto.
Carlo è morto per strada.
In una piazza.davanti a una chiesa.
E' morto a 23 anni.è morto in una giornata di sole.
Era luglio.
(ninetta bella morire di maggio(luglio) ci vuole tanto,troppo coraggio.
Carlo "sotto" aveva un costume,per andare al mare.rosso,il costume.
Come il cuore.
Rosso.
Come la bandiera. Quella della roma, quella dello scudetto, quella dell'ultima giornata felice della sua vita.
Rosso, come il sangue, il suo, il nostro, quello di piazza Alimonda.
Quello sulla pietra.
Pietra sospetta, sparita.
Carlo se lo sono portato via. Come? L'hanno caricato.
Dove?
Su una di quelle sacche grige dove ci mettono i morti.
Ma dove?
In ospedale.
Dicono loro.
Al forte san giuliano diciamo noi.
A Carlo hanno aperto la testa. Dove?
In piazza, al forte san giuliano. Perchè?
Perchè dovevano riprendersi il gioiello? Ma che gioiello?
Quello là, il proiettile vietato.
Quello che la nato ha bandito.
Quello che neanche in guerra può essere usato.
Lo hanno estratto, il proiettile vietato, bandito, nascosto.
A carlo la testa gliel'hanno aperta, gliel'hanno richiusa.
La testa.
E poi lui, nella sacca grigia.
E l'hanno portato in sopedale.
Dove un dottore, uno di quelli precisi, dopo averlo studiato attentamente ha detto che Carlo non aveva fratture.
Carlo poche ore prima era stato investito da un defendere, tre volte.
Avanti. SBAM.
Restromarcia.SBAM.
Avanti di nuovo.SBAM.
Ma carlo non aveva fratture.
il modico era uno preciso.
Carlo è stato restituito tutto fasciato.
Anche il cervello gli hanno pesato.
Nessun proiettile trovato.
Nessun foro d'uscita.
Forse l'ha inghiottito.
Il proiettile, il medico preciso.
Carlo è morto.
Noi con lui. Ma è venerdì sera e bisogna uscire.
E' d'obbligo il venerdì sera ridere.
Era venerdì anche quella sera?
Era venerdì il 20 luglio di quella piazza?
Si forse.
Carlo è morto.
Ma vive.vive...........CHIARA.

Da CARLO VIVE www.myspace.com/carlvive LEGGETELO TUTTO PER FAVORE!!!!

Oggi ho incontrato 150 ragazzi,ho stretto 150 mani,sorriso a 150 visi,ho incrociato tanti occhi,ho ascoltato tante storie.ho incontrato laura,sta per diventare mamma,un bambino, lo chiamerà libero,con l'augurio che lo sarà sempre nella sua vita,laura 7 anni fa aveva 20 anni e la voglia stretta in pugno di cambiare il mondo.laura 7 anni fa era a genova.

Ho stretto le mani di enrico,con gli occhi azzurri e profondi come l'orizzonte che ti si apre davanti quando vedi il mediterraneo dalla lanterna di genova ,oggi enrico ha 32 anni,fate voi i calcoli,7 anni fa enrico voleva un mondo migliore,con la facciona del che sulla pancia e una bandana rossa stretta al collo.

Ho sorriso a giulia 25 anni una sedia a rotelle 37 kl di voglia di vivere,giulia 7 anni fa camminava,anzi correva come mi corregge lei,correva via per scappare dalle manganellate dei poliziotti,e da quel terribile odore che si alzava in quella strettoia che era ed è via tolemaide.

Ho incrociato gli occhi di serena 52 anni,3 figli,la sua gioia e il suo orgoglio,uno fa il dottore dice mostrandomi le fotografie che porta sempre con sè nel portafoglio,un'altra si asta laureando e la più piccola è mamma di due gemellini,i suoi nipotini,con gli occhi verdi della nonna.7 anni fa serena girovagava con in cuore la speranza e la gioia,quella delle occasioni importanti,e le mani dipinte di bianco.

Ho ascoltato lam storia di gennaro 25 anni,si sta laureando gennaro,vuole fareil dottore lui,lui vuole curare i detenuti,lui vuole curare i più deboli,lui vuole fare agli altri quello che "alcuni" non fecero a lui 7 anni fa nella caserma/lager,quella in cui nessuno ha visto,nessuno ha fatto,nessuno ha sentito,dicono addirittura che nessuno c'è stato.

150 storie,150 vite,anzi più di 150 vite,interconnesse tra loro,incrociate con quelle delle persone che li amano questi 150 MORTI DI GENOVA,legati tra di loro da un filo nero di morte rabbia e disperazione.
CHI SONO? alcuni dei tanti che a causa dei gas lacrimogeni e urticanti lanciati per le vie di genova in quelle gironate oggi hanno una grave forma di CANCRO AI POLMONI.

Molti di loro stanno morendo.
Laura spera di riuscire a mettere al mondo il suo bambino,che sogna con le fossette "bellissime come quelle del suo papà" arturo,che trema quando stringe la mano della sua compagna e trema più forte quando incrocia il mio sguardo chiedendomi,"voi potete fare qualcosa?", Laura spera dio riuscire almeno a vederlo il suo bambino,"libero"....
Giulia se ne sta andando lo sa e me lo dice senza troppi giri di parole guardandomi piccolina dalla sua sedia a rotelle,se è qua è perchè vuole giustizia non per lei ma per gli altri,lei nella giustizia ormai non ci crede più,e neanche in un mondo diverso crede più...serena mi confida tenendomi stretto il braccio che lei vorrebbe solo vedere i suoi figli sereni prima di andarsene, e me lo sussurra zitta zitta come se io fossi il padreterno che può concederle una manciata di giorni in più Gennaro,invece,ecco Gennaro, Gennaro vuole semplicemente vivere, per vederlo questo cazzo di mondo migliore...solo questo. Io non lo so non lo so più..RACCONTATE DI GENOVA,DI CARLO,DELLE PERSONE TORTURATE, SPOGLIATE DI DIRITTI E DIGNITA',RACCONTATE DEI GAS LACRIMOGENI E DI QUESTE PERSONE CHE ORA A CAUSA DI QUEI GAS HANNO IL CANCRO. AIUTATECI, AIUTATEMI,IO E GENNARO VOGLIAMO UN MONDO MIGLIORE E ANCHE GIOCARE A CALCETTO SE UN GIORNO RIUSCIRà A FARCELA.

ENZO,CARLO VIVE

MAI PIù VIOLENZA SULLE DONNE IN TUTTO IL MONDO!!!

Non conobbi mai Paloma, ma sua madre mi parlò di lei. Paloma era una delle diverse centinaia di giovani donne assassinate a Ciudad Juárez, una città al confine tra Messico e Stati Uniti. Peroltre un decennio, queste donne furono rapite, torturate, stupratee uccise. Le autorità fecero ben poco per indagare, perseguire o fermare questi delitti perché si trattava di donne povere, inermi, politicamente ininfluenti. Molte erano giunte a Ciudad Juárez per lavorare nei maquiladoras, stabilimenti di assemblaggio costruitidalle multinazionali sul confine messicano, attirate dalle agevolazioni fiscali e dal basso costo della manodopera messicana. Le giovani donne come Paloma hanno alimentato il fenomeno della globalizzazione economica nella speranza di ricavarne qualcosa, diventandone altresì le vittime. Ciò che spicca in questo caso è il coraggio delle madri delle donne uccise a Ciudad Juárez. Le madri si sono organizzate tra di loro e chiedono giustizia. Assieme a loro e ad altri, lo scorso anno Amnesty International è riuscita a esercitare pressione sul governo federale del Messico affinché si impegnasse afar cessare le uccisioni. La storia di Paloma è soltanto uno tra imilioni di esempi della più vergognosa infamia dei nostri tempi: la violenza sulle donne. In Asia e Medio Oriente le donne vengono uccise in nome dell'onore. Nell'Africaoccidentale le ragazze sono sottoposte amutilazioni genitali femminili in nomedella tradizione. Nell'Europa occidentale le donne migranti e rifugiate sonoattaccate perché non accettano le usanze sociali della comunità che le ospita. Nella regione meridionale dell'Africa le ragazze sono stuprate e infettate con il virus dell'HIV/AIDS perché coloro che abusano di loro sono convinti che fare sesso con una vergine li guarirà dalla malattia. Infine, nei paesi più ricchi e più sviluppati del mondo, le donne vengono picchiate a morte dal proprio partner. Questo tipo di violenza si diffonde perché sono troppi i governi pronti a chiudere un occhio e a lasciare che la violenza sulle donne abbia impunemente luogo. In troppi paesi, le leggi, le politiche e le usanze sono discriminatorie nei confronti delle donne: negano loro glistessi diritti degli uomini, rendendole così più vulnerabili di fronte alla violenza. La proliferazione delle armi di piccolo calibro, la militarizzazione in atto in molte società e l'attacco al cuore dei diritti umani nell'ambito della "guerra al terrorismo" non fa che peggiorare il calvario di molte donne. I diritti umani sono universali: la violenza sulle donne è un abuso dei diritti umani su scala universale. Donne di continenti e paesi diversi, di religioni, culture e retroterra sociali differenti, istruite o analfabete, ricche o povere, sia che vivano in guerra o in tempo di pace, sono legate dal filo comune della violenza subita da gruppi armati o dalloStato, dalla comunità o dalla loro stessa famiglia. Trattati e meccanismi internazionali sono davvero utili soltanto se applicati in modo appropriato. Altrimenti restano parole nell'aria. Leggi e politiche possono offrire protezione solo se rispettate. Altrimenti restano parole scritte. I diritti umani diventano una realtà soltanto se forniscono uguaglianza e protezione altrettanto reali. La sfidacontinua a essere un cambiamento che possa realmente fare la differenza nella vita delle donne. È ciò che le donne di tutto il mondo chiedono oggi. Attraverso la campagna "Mai più violenza sulle donne ", Amnesty International unisce la sua voce a quel richiamo all’azione. Abbiamo lavorato assieme a molte persone all'interno e all'esterno di Amnesty International per disegnare una campagna mondiale per chiedere un cambiamento a livello internazionale, nazionale e locale attraverso attori e azioni differenti. Chiediamo ai leader, alle organizzazioni e ai privati cittadini di impegnarsi pubblicamente per rendere i diritti umani una realtà per tutte le donne. Attraverso l'attività di lobby sui governi chiederemo loro di ratificare senza riserve la Convenzione per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne e il relativo Protocollo opzionale. In alcuni paesi chiederemo l'abolizione di leggi che discriminano le donne e che perpetuano la violenza contro di loro. In altri, chiederemo l'adozione di leggi che proteggano le donne, criminalizzino lo stupro e altre forme di violenza sessuale. Ascolteremo la voce delle donne, lavoreremo al loro fianco e le aiuteremo a organizzarsi. Coinvolgeremo le comunità e le autorità locali affinché sostengano programmi che permettano alle donne di vivere libere dalla violenza. Questa campagna è diversa da tutte le altre in quanto chiede a ognuno di noi di assumersi la propria responsabilità. La violenza sulle donne cesserà soltanto quando ciascuno di noi sarà pronto ad assumersi l'impegno: a non commetterla, o a non permettere che altri la commettano, a non tollerarla, o a non arrendersi finché essa non sarà eliminata in ogni parte del mondo. La violenza sulle donne è universale ma non è inevitabile. Le nostre mani la fermeranno. Possiamo farcela, e ce la faremo grazie a voi.

Irene Khan, Segretaria Generale di Amnesty International

DIRITTI UMANI IN PERICOLO IN MYANMAR

Myanmar è in atto una violenta repressione delle manifestazioni pacifiche, che si stanno svolgendo in tutto il paese da oltre un mese.Il 25 settembre circa 300 persone sono state arrestate durante le protestee tre monaci sono stati uccisi: uno da un colpo d'arma da fuocoe gli altri due a seguito di un pestaggio. Il giorno dopo vi sono statealtre vittime, e almeno un giornalista è rimasto ucciso.Fonti non ufficiali hanno fatto sapere ad Amnesty International che oltre50 monaci sono rimasti feriti. Le ultime notizie ricevute da Amnesty International in queste ore non sonoincoraggianti. Numerosi raid da parte della polizia stanno avendoluogo in queste ore nei monasteri buddisti di Yangon e in altre città del paese, non si conosce ancora il numero preciso dei monaci arrestatie delle persone rimaste ferite.Per scongiurare il ripetersi del bagno di sangue del 1988, quando furonouccise circa 3000 persone, Amnesty International ha lanciato un appello alle autorità di Myanmar chiedendo loro di mettere fine alle repressionicontro i dimostranti pacifici e garantire il rispetto del diritto dimanifestazione.ANCHE TU PUOI FARE QUALCOSA DI IMPORTANTE!FIRMA L'APPELLO ON-LINE A QUESTO INDIRIZZO: http://www.amnesty.it/appelli/azioni_urgenti/Myanmar E INVIA SUBITO QUESTA E-MAIL AI TUOI AMICI CHIEDENDO LORO DI FARE ALTRETTANTO.Far sentire la nostra voce in questo momento è fondamentale. Insieme, lanostra voce può diventare più forte e salvare delle vite!
Amnesty International Sezione Italianahttp://www.amnesty.it